Accordini Igino - Un vino, mille espressioni
Bere un buon bicchiere di vino potrà essere un gesto semplice, ma è sempre carico di significati sociali e culturali. Soprattutto in Italia, il vino è espressione del territorio e delle persone che lo abitano. Dimentichiamo quindi per un attimo le etichette e pensiamo ai diversi vini come varietà, come un modo locale di fare il vino.
Di certo i vitigni sono importanti – anzi, fondamentali – ma perché allora, a parità di uve usate, al cambiare della cantina cambia anche il vino? Eppure, si potrebbe dire, un vino fatto di uve Corvina, Corvinone, Rondinella e Rossignola, potrebbe essere ugualmente un Valpolicella Superiore, un Ripasso, un Recioto o un Amarone. Le percentuali di uvaggi usati cambiano relativamente, di qualche punto percentuale; ogni cantina ha la sua.
Cosa cambia, allora? Ma soprattutto perché, se portassimo le stesse uve altrove e le vinificassimo da un'altra parte, non otterremmo lo stesso vino?
Espressione del territorio. Ogni paese, ogni regione, vinifica in maniera diversa, con piccole accortezze, piccoli segreti e sensibilità individuali a seconda dell’enologo che si occupa di creare il vino. Di fondo, ogni vino è unico esattamente come lo sono le persone. Caratteristiche simili, certo, ma infinite differenze.
Per il Valpolicella e il Ripasso, per il Recioto e per l’Amarone, le differenze sono all’interno della stessa famiglia, a cambiare sono le lavorazioni. Un Valpolicella ripassato sulle vinacce dell’Amarone diventa un Ripasso, un Amarone vinificato in maniera differente si trasforma in un Recioto. Con una similitudine, potremmo parlare della stessa persona che ha seguito strade diverse.
Alla fine però, del vino bevuto – qualsiasi esso sia – rimarrà solo ciò che ci ha regalato, le sensazioni, le gioie, i profumi, i colori.