Accordini Igino: gli uvaggi della Valpolicella
Le sfumature violacee della corvina veronese, le ali dolci e intense del corvinone, il profumo corposo della rondinella, la ricchezza della molinara, il sapore speziato dell’oseleta.
I cinque vitigni tradizionali della Valpolicella, col loro carattere inconfondibile frutto di una tradizione antica come quella della stessa vinificazione, sono gli ingredienti imprescindibili di un’alchimia della tavola i cui frutti, dal pregiato Amarone al tradizionale Valpolicella Classico, variano secondo ricette che raccontano la sapienza arcaica dei maestri vinificatori di questa splendida terra.
I vini della Valpolicella: garanzia di personalità
Il vino, così come il cibo e le arti della tavola tanto care a noi italiani, è espressione del territorio e delle persone che lo abitano. La Valpolicella perciò, patria secolare dei pregiati vini del veronese, esprime al meglio la sua personalità accattivante attraverso pregiati nettari dalle tonalità purpuree del rosso e dal gusto corposo, impreziosito dai dettagli di bouquet unici che ogni cantina imprime alla sua produzione, come una saporita carta d’identità che è anche garanzia di un amore incondizionato per l’arte della vinificazione.
Ogni cantina della Valpolicella, a questo modo, regala un’esperienza sempre unica e diversa al palato di coloro che vi si affidano, godendosi un bicchiere di Amarone, di Recioto, di Valpolicella Classico o di Ripasso.
Un piccolo miracolo, date le percentuali molto stringenti degli uvaggi alla base della ricetta di ognuno di questi capolavori del buon vino, possibile solo grazie alla sapienza antica che i maestri vinificatori di questa terra si sono tramandati, generazione dopo generazione.
Gli uvaggi dei vini della Valpolicella
Ma quali sono le ricette e le combinazioni degli uvaggi perché i famosi Vini della Valpolicella possano aspirare alle giuste denominazioni di origine?
L’Amarone, celeberrimo esempio delle virtù vinificatorie di questa zona, è composto per la maggior parte di Corvina e/o Corvinone, che uniti alla Rondinella e, in percentuali minime, all’Oseleta e altri vitigni autoctoni completano il suo gusto pregiato e inconfondibile, apprezzato in tutto il mondo.
Gli stessi vitigni, miscelati e trattati in maniera diversa, stanno anche alla base del Recioto, passito dolce meno famoso dell’Amarone ma ugualmente pregiato, ideale da gustare a fine pasto accompagnato dal sapore intenso del cioccolato.
Anche il Valpolicella Classico e il più complesso Ripasso sono figli degli stessi vigneti, ciò che differisce sono le percentuali massime di ogni tipo di uva e le tecniche di pigiatura e insaporimento degli acini.
L’uvaggio destinato all’Amarone, infatti, viene lasciato riposare fino a dicembre sulle tipiche arelle in bambù, così come i grappoli destinati a diventare Recioto. Il mosto da cui si trae il ripasso, invece, viene vendemmiato dall’uvaggio del Valpolicella classico e poi ripassato nei tini dove è stato precedentemente pigiato l’Amarone e lasciato riposare a contatto con le vinacce appena pressate per qualche settimana.